10 aprile 1978
Comunicato n° 5 - Ancora una volta le Br fanno ritrovare il messaggio n° 5 nelle quattro città dove sono presenti le colonne dell’organizzazione: Milano, Genova, Torino e Roma. Nel pomeriggio del 10 aprile arrivano, quasi contemporaneamente, telefonate alla sede milanese di “Repubblica”, al “Messaggero” di Roma, al “Secolo XIX” e “Il Lavoro” di Genova, tutte con l’indicazione di cercare in cestini di rifiuti. A Torino vengono fatte tre telefonate alla “Gazzetta del Popolo”, alla “Stampa” e all’agenzia ANSA, tutte con l’indicazione di cercare nelle cassette di singoli cittadini in un caseggiato di via Vibo
Allegato al comunicato c’è la fotocopia di uno scritto autografo di Moro in cui, il Presidente della DC, risponde alla categorica smentita di Paolo Emilio Taviani a quanto affermato da Moro nella lettera a Zaccagnini riguardo un colloquio su lo scambio di prigionieri. Di seguito Moro, nello scritto, traccia un profilo non proprio lusinghiero dell’ex Ministro DC.
Comunicato n° 5
BRIGATE ROSSE
L'interrogatorio del prigioniero prosegue e, come abbiamo già detto, ci aiuta validamente a chiarire le linee antiproletarie, le trame sanguinarie e terroristiche che si sono dipanate nel nostro Paese (che Moro ha sempre coperto), ad individuare con esattezza le responsabilità dei vari boss democristiani, le loro complicità, i loro protettori internazionali, gli equilibri di potere che sono stati alla base di trent'anni di regime DC, e quelli che dovranno stare a sostegno della ristrutturazione dello SIM.
L'informazione e la memoria di Aldo Moro non fanno certo difetto ora che deve rispondere davanti a un Tribunale del Popolo. Mentre confermiamo che tutto verrà reso noto al popolo e al movimento rivoluzionario che saprà utilizzarlo opportunamente, anticipiamo tra le dichiarazioni che il prigioniero Moro sta facendo, quella imparziale ed incompleta che riguarda il teppista di Stato Emilio Taviani.
Non vogliamo fare nessun commento a ciò che Moro scrive perché;, pur nel contorto linguaggio moroteo che quando afferma delle certezze assume la forza di "velate allusioni", esprime con chiarezza il suo punto di vista su ciò che riguarda Taviani, i suoi giochi di potere nella DC, e le trame in cui è implicato. Ma anche la nostra memoria non ha difetto, ricordiamo il teppista Taviani e la sua cricca genovese con in testa il "fu" Coco, Sossi, Castellano, Catalano montare pezzo per pezzo il processo di regime contro il gruppo rivoluzionario XXII Ottobre, distribuire ai comunisti combattenti secoli di galera che nella sua ottusità controrivoluzionaria avrebbe dovuto essere una tremenda lezione per il proletariato genovese, togliergli ogni speranza e possibilità di lottare per il Comunismo.
Le cose non sono andate cosi e questo pupazzo manovrato, finanziato, protetto dai vari padroni americani sappia che ogni cosa ha un prezzo e che prima o poi anche a lui toccherà pagarlo.
Nonostante quanto già abbiamo detto nei precedenti comunicati, gli organi di stampa continuano la loro campagna di mistificazione, volendo far credere l'esistenza di "trattative segrete" o di misteriosi "patteggiamenti"; riteniamo necessario ribadire che questo è ciò che vorrebbe il regime, mentre la posizione della nostra Organizzazione è sempre stata e rimane: NESSUNA TRATTATIVA SEGRETA. NIENTE DEVE ESSERE NASCOSTO AL POPOLO!
Compagni, lo SIM, incapace di dare una risposta politica al processo contro il regime in atto nel Paese da parte delle forze rivoluzionarie, ha risposto con l'unica arma che gli rimaneva: la forza bruta del suo apparato militare. Con la collaborazione attiva dei berlingueriani, ha dichiarato la guerra controrivoluzionaria a tutto il proletariato metropolitano.
L'attacco che lo Stato ha sferrato nelle ultime settimane con perquisizioni, fermi e arresti indiscriminati, tende infatti a colpire non solo le avanguardie che praticano la lotta armata, ma l'intero movimento di classe.
Nonostante questo attacco repressivo, al quale dobbiamo aggiungere l'opera sempre più scoperta di polizia antiproletaria, delatori e spie da parte dei revisionisti del PCI, è cresciuta nelle fabbriche l'opposizione operaia allo SIM e alla politica collaborazionista dei berlingueriani e, nel contempo, è continuata l'iniziativa del MPRO e delle organizzazioni rivoluzionarie contro i covi e gli uomini della DC, della Confindustria, dell'apparato militare, approfondendo e dando risalto al processo contro il regime.
Per questo oggi più che mai, non bisogna spaventarsi della ferocia repressiva dello Stato e tanto meno fermarsi a contemplare i successi dell'iniziativa rivoluzionaria, ma bisogna mobilitarsi a estendere a approfondire l'iniziativa armata contro i centri politici, economici, militari dello SIM, concentrare l'attacco sulle strutture e gli uomini che ne sono i fondamentali portatori, disarticolare a tutti i livelli i progetti delle multinazionali imperialiste.
Ma se è necessario sviluppare l'iniziativa armata, è altresì fondamentale organizzarsi! E' fondamentale realizzare quei salti politici e organizzativi che la guerra di classe impone, costruire la direzione del MPRO, assumersi la responsabilità di guidarlo, costruire in sostanza il Partito Comunista Combattente.
Comunicato n°5 10/04/1978
Per il Comunismo
BRIGATE ROSSE